LE PROBABILITA' DI SUCCESSO DELLA SCUOLA SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI ALLA CAPACITA' DEGLI INSEGNANTI DI COLLEGARE LA SCUOLA STESSA AL MONDO DEI "NATIVI DIGITALI" PER DOTARLI DI STRUMENTI CHE CONSENTANO LORO DI RICICLARSI IN UN MERCATO DEL LAVORO IN COSTANTE E RAPIDA TRASFORMAZIONE

mercoledì 2 settembre 2009

I PRIMATI NEGATIVI DELLA SCUOLA ITALIANA

Dai risultati di una ricerca comparativa sul benessere dei bambini dei vari paesi OECD appena pubblicata dall’OCSE risulta ancora una volta un triste primato per il nostro paese.
Siamo appena nella media per quanto riguarda benessere materiale, salute e sicurezza, comportamenti a rischio, e agli ultimi posti per benessere materiale (la povertà infantile superiore del 3% alla media), abitazioni ed ambiente di vita (nonostante tasso demografico basso, molti bambini vivono in ambienti sovraffollati ed in cattive condizioni) ed struzione. In nessuna delle sei dimensioni esaminate l’Italia fa registrare un valore positivo.
La situazione dell’istruzione è di gran lunga quella in cui le nostre prestazioni sono le peggiori. I nostri primati sono:
- il 4° peggior rendimento scolastico medio
- il 3° peggior posto per numero di giovani non occupati, né impegnati in formazione
- il penultimo posto per il disamore per la scuola.
Purtroppo tutto grida a gran voce quanto poco i vari governi abbiano fino ad oggi fatto e continuino a fare per il futuro del nostro paese (la spesa per i più piccoli è l'80% della media OCSE), ed è altrettanto evidente che, se solo il 13% degli studenti è soddisfatto della scuola (meno della metà della media OCSE che è del 27%: alcuni stati come la Norvegia, la Turchia e l’Olanda registrano percentuali vicine o superiori al 40%), tutti gli operatori del sistema scolastico sono tenuti a interrogarsi su cosa possono fare in prima persona per migliorare la scuola, perché sono le persone che fanno l’ambiente.
Simon Chapple, uno dei coautori del rapporto, conclude rilevando la necessità per l'Italia di "nuovi investimenti diretti sui bambini più piccoli, specialmente qualora questi permettano di fare la differenza a lungo termine e nelle are in cui la spesa corrente è bassa"; per i più grandi, consiglia invece di migliorare i risultati scolastici, e di rendere l'istruzione più equa affinché tutti, indipendentemente dalla loro situazione sociale, lascino la scuola con migliori qualifiche e quindi migliori prospettive di lavoro.
I bambini, non dimentichiamolo, sono il futuro del nostro paese.

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