LE PROBABILITA' DI SUCCESSO DELLA SCUOLA SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI ALLA CAPACITA' DEGLI INSEGNANTI DI COLLEGARE LA SCUOLA STESSA AL MONDO DEI "NATIVI DIGITALI" PER DOTARLI DI STRUMENTI CHE CONSENTANO LORO DI RICICLARSI IN UN MERCATO DEL LAVORO IN COSTANTE E RAPIDA TRASFORMAZIONE

martedì 7 aprile 2009

Il ruolo fondamentale della scuola nell'economia futura.

I segni del cambiamento sono ovunque: l’OECD OBSERVER, il notiziario dell’OECD in inglese e francese ha introdotto una nuova edizione web ottimizzata per cellulari e iPhone, e in calce ai nuovi articoli sono riportate le icona segnalibro dei Media Sociali più diffusi (Facebook, My space ecc). Nell’anno dedicato a Darwin forse sarebbe opportuno ricordare che la specie destinata a sopravvivere è quella che meglio si adatta ai cambiamenti, se questo non bastasse si potrebbe richiamare quanto lo storico Arnold Toynbee afferma in merito alla fortuna e alla disgrazia delle civiltà dovuta alla capacità di sfruttare le più recenti tecniche disponibili e distribuirle alla popolazione nella sua totalità.
L’ articolo dell’OECD “Innovation and globalisation OECD through its looking glass” di Ron Gass, esamina gli scenari possibili per lo sviluppo dell’economia e il ruolo delle istituzioni scolastiche nella definizione di questo futuro. Fin quando il costo del lavoro è il principale fattore della produzione è logico che la produzione stessa si sposti nei paesi dove il costo del lavoro è più basso. Ma nelle economie e nelle società dell’informazione la creatività, l’innovazione e l’imprenditorialità devono essere distribuite a tutta la popolazione. C’è necessità di proporre politiche basate sul territorio: è la mobilizzazione di risorse umane e culturali endogene, piuttosto che la ridistribuzione di risorse tramite sussidi che deve guidare le politiche e la cultura economica deve tendere verso l’intraprendenza e l’iniziativa piuttosto che verso l’assistenza. La globalizzazione e l’innovazione da un lato accrescono la ricchezza, ma dall’altro aumentano la disuguaglianza sociale: le economie e le società democratiche avanzate non possono sfuggire ai loro potenti effetti sociali. Nel transitare dalla società industriale a quella post-industriale a quella dell’informazione, gli sviluppi futuri sembrano far sfociare questo cambiamento continuo nella necessità di società creative. Una volta risolta la presente crisi dei mercati finanziari, l’unica possibilità di crescita e produttività dell’economia reale sarà cavalcare l’onda emergente delle tecnologie pervasive nei settori dell’energia, delle tecnologie biologiche ed ecologiche e delle comunicazioni.
L’OECD ha aperto un dibattito sulla società creativa e invita il settore dell’istruzione a prendere le redini perché da sempre l’istruzione, altre a trasmettere l’eredità del passato, è stato il settore deputato a preparare per il futuro. Mi chiedo quanti docenti siano pronti e disposti a farsi carico di questo compito così importante: purtroppo nella mia esperienza quotidiana non ne vedo molti!

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