La Commissione Europea ha pubblicato l'Eurobarometro, secondo i cui indici, l'Italia nel campo dell'innovazione è nei penultimi posti, ben al di sotto della media europea (colonnina bianca del grafico qui sopra) per quanto riguarda, fra l'altro, gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, in Informatica, il numero dei diplomati e laureati in discipline tecnico- scientifiche e i brevetti europei.
Il trend consolidato già da qualche anno non sembra imputabile alla crisi mondiale e ai ridotti investimenti: mancano invenzioni, scienza e cultura. Questa notizia mi ha fatto pensare a "Minds for the Future", l'ultimo libro di Gardner, in cui lo studioso sottolinea la necessità di rivedere completamente e profondamente i modelli dell'apprendimento: il sistema educativo attuale, nato per preparare individui per il 19° e il 20° secolo, è adatto a sviluppare abbastanza bene solo la "disciplined mind" (mente rispettosa di regole e standard: "mente ubbidiente"), che si estende in profondità, ma, che purtroppo, non è sufficiente da sola ad affrontare le sfide del 21° secolo.
Gardner accusa il sistema scolastico di disinteressarsi della "synthesizing mind" ("mente sintetizzatrice") che si sviluppa in ampiezza, e, cosa ancor più grve, di paralizzare la "creating mind" ("mente creativa") , che è straordinariamente elastica e costituisce la base del successo nell'economia della conoscenza.
Lo scrittore esamina il sistema americano, ma non credo che la nostra scuola sia più preparata a stimolare la creatività: forse se vogliamo più innovazione sarebbe opportuno rivedere le priorità all'interno dei programmi, riducendo la quantità a favore della qualità e soprattutto a favore dello sviluppo di abilità tecnologiche e di probelm solving.
Il trend consolidato già da qualche anno non sembra imputabile alla crisi mondiale e ai ridotti investimenti: mancano invenzioni, scienza e cultura. Questa notizia mi ha fatto pensare a "Minds for the Future", l'ultimo libro di Gardner, in cui lo studioso sottolinea la necessità di rivedere completamente e profondamente i modelli dell'apprendimento: il sistema educativo attuale, nato per preparare individui per il 19° e il 20° secolo, è adatto a sviluppare abbastanza bene solo la "disciplined mind" (mente rispettosa di regole e standard: "mente ubbidiente"), che si estende in profondità, ma, che purtroppo, non è sufficiente da sola ad affrontare le sfide del 21° secolo.
Gardner accusa il sistema scolastico di disinteressarsi della "synthesizing mind" ("mente sintetizzatrice") che si sviluppa in ampiezza, e, cosa ancor più grve, di paralizzare la "creating mind" ("mente creativa") , che è straordinariamente elastica e costituisce la base del successo nell'economia della conoscenza.
Lo scrittore esamina il sistema americano, ma non credo che la nostra scuola sia più preparata a stimolare la creatività: forse se vogliamo più innovazione sarebbe opportuno rivedere le priorità all'interno dei programmi, riducendo la quantità a favore della qualità e soprattutto a favore dello sviluppo di abilità tecnologiche e di probelm solving.
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