Ho appena finito di seguire una chat su “Tecnologia d’avanguardia da utilizzare in classe” (“Cutting-Edge Classroom Technology”): è stata molto interessante perché mi ha segnalato delle risorse che non conoscevo, e mi ha anche rincuorato, perché parlava di strumenti che invece già uso.
Gli ospiti erano Lucy Gray, specialista di tecnologia per l’istruzione all’Univeristà di Chicago per la matematica della scuola primaria e l’insegnamento delle scienze, ed Eric Klopfer, direttore del del Programma di Formazione per gli Insegnanti del MIT.
E’ stato ribadito come le potenzialità didattiche insite nella tecnologia possano essere individuate e sfruttate da insegnanti (spesso innovatori solitari ed individualisti: sic) che hanno ben chiaro il curriculum e come sia necessario che la preparazione dei futuri docenti sia adeguatamente aggiornata. Troppe scuola ancora (in America, pensate!) considerano la tecnologia come un optional, e la lavagna (cosiddetta interattiva) forse ha una portata rivoluzionaria meno ampia di quanto non si voglia far credere: video games, telefonini ed iPod hanno delle potenzialità straordinarie per sviluppare conoscenze e competenze in modo realistico e gradevole. Visto che i ragazzi hanno voglia di apprendere, perché le scuole dovrebbero spegnere questo loro desiderio? Anche il problema dell’allineamento delle verifiche a questo nuovo tipo di insegnamento inizia ad essere affrontato (in America!) e potrà probabilmente essere superato.
Non basta che l’insegnante si apra una pagina su Facebook o Twitter per garantire un uso didatticamente valido di tali strumenti per la didattica occorre individuare una applicazione concreta e produttiva in cui inserire il cosiddetto “programma” da svolgere.
Il bello di Internet è che ti fa sentire meno solo, anche se chi ti fa compagnia è dall’altra parte dell’oceano!
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