Al convegno dell' ADi “Da Socrate a Google – Come si apprende nel nuovo millennio” svoltosi a Bologna il 27 e 28 febbraio, analisti di sistemi di istruzione, ricercatori di psicologia e di tecnologia cognitive, docenti e dirigenti scolastici impegnati in prima persona in sperimentazioni all'avanguardia e dirigenti di impresa si sono interrogati e confrontati sulle sfide didattiche che la società dell'informazione pone al sistema dell'istruzione e sulla necessità di individuare linee guida per nuove prospettive formative. Nella società della conoscenza e del Web 2000 occorre ridefinire gli obiettivi della scuola per sanare il divario che si è creato fra il mondo reale e questa istituzione che invece è rimasta uguale a se stessa nel tempo, e recuperare l'affettività e l'interesse degli studenti consentendo loro non solo di utilizzare le abilità multimediali possedute, ma di affinarle e ampliarle creativamente e criticamente.
Siamo vivendo un momento di cambiamenti epocali straordinari ed inquietanti, ed è impensabile che la professione docente possa non cambiare: il problema è riuscire ad immaginare quale sarà il futuro della scuola con i dati del presente .
Non ci si può più esimere dall'utilizzare i numerosi nuovi potenti strumenti tecnologici, ma è necessario progettare di nuovo didattica e pedagogia: mentre per quest' ultima forse un modello c'è – è stata proposta una pedagogia di un nuovo rapporto studente docente – per la didattica si è ancora lontani da una formalizzazione strutturata, sebbene esperimenti all’avanguardia abbiano dimostrato di poter produrre risultati interessanti.
Una sfida che le TIC lanciano al mondo della scuola e che la scuola forse può vincere solo alla grazie alle TIC stesse, utilizzandole per uscire dall'isolamento che la penalizza e diventando in prima persona protagonista della società dell'informazione.
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