LE PROBABILITA' DI SUCCESSO DELLA SCUOLA SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI ALLA CAPACITA' DEGLI INSEGNANTI DI COLLEGARE LA SCUOLA STESSA AL MONDO DEI "NATIVI DIGITALI" PER DOTARLI DI STRUMENTI CHE CONSENTANO LORO DI RICICLARSI IN UN MERCATO DEL LAVORO IN COSTANTE E RAPIDA TRASFORMAZIONE

mercoledì 18 marzo 2009

IL 100% degli studenti all'università: la ricetta per il successo è il curricolo integrato

E' la High Tech High (una scuola elementare, due medie e cinque superiori) di San Diego a detenere il primato dell'accesso del 100% dei suoi studenti all'università grazie ad un curricolo di studi interdisciplinari integrati. Un successo che nel 2000, quando ha aperto con una sola classe, non era dato per scontato ma che è arrivato puntuale grazie ad una ristrutturazione completa dell'esperienza scolastica.
Una rivoluzione iniziata alla fine degli anni 90 grazie a ricerche come
"The Logic of Interdisciplinary Studies" di Sandra Mathison and Melissa Freeman (presentato al simposio annuale dell'American Educational Research Association) che evidenziavano come curriculi di studio interdisciplinari integrati portassero a "risultati educativi positivi":
- comprensione, ricordo ed applicazione di concetti generali migliore;
- comprensione di interconnessioni globali e sviluppo di prospettive, punti di vista e valori multipli accresciuti;
- maggiore abilità nel prendere decisioni, nel pensare criticamente e creativamente e nel sintetizzare conoscenza al di là delle discipline;
- abilità di identificare, valutare e trasferire informazione significativa per risolvere problemi più sviluppata;
- promozione di apprendimento cooperativo, percezione della propria attitudine ad apprendere e dell'importanza del proprio ruolo all'interno della comunità;
- motivazione più forte.
Grazie anche al supporto di figure ispirate ed importanti come Sir Ken Robinson, Heidi Hayes Jacobs e James Beane, il sistema americano sembra avere metabolizzato questa esigenza indispensabile di integrazione. Bene lo dimostra il video "Common Sense: An Overview of Integrated Studies", nel quale sono riportate alcune illuminanti esperienze che confermano l'efficacia dell'approccio multidisciplinare che fa della scuola una palestra di vita dove fare esperienze concrete indimenticabili, collaborare contribuendo con talenti diversi, rielaborando in creazioni originali informazioni aggiornate, per sottoporle infine a giudizi di pari ed esperti.
Che senso ha nella realtà esperenziale quotidiana dell'attuale società della conoscenza post-industriale un insegnamento per discipline rigidamente incastrato in un orario scolastico?
Il denominatore comuni a tutti i progetti del video è la programmazione realizzata da docenti ed esperti di un'area di convergenza di discipline disparate: alla Landy Middle School per esempio degli studenti quttordicenni hanno progettato, costruito e testato delle automobili a propulsione ad aria di palloncino, creato spot pubblicitari e calcolato un finanziamento per l'acquisto dei prototipi.
La King Middle School ha addirittura stilato l'intero curriculum degli studenti su una trama interdisciplinare, raggiungendo traguardi straordinari: la scuola, precedentemente inserita fra quelle con risultati di livello più basso, appartiene oggi al gruppo migliore.
Forse una rivisitazione del concetto di interdisciplinarità, da riconiugare al di là delle rigide e surreali articolazioni orarie, aiuterebbe anche la scuola italiana a riagganciarsi alla realtà, al fine di ottenere risultati più soddisfacenti, indispensabili per consolidare l'autostima degli studenti: il preside della King Middle School riferisce un commento di uno studente che epitomizza il successo massimo di un'istituzione scolastica "Nessuno qui si sente più stupido!".

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